Quote TeAm, D'Alberto scrive al giudice delegato: "Che fine hanno fatto le azioni del socio privato?"

TERAMO – Di fronte all’assenza di comunicazioni ufficiali dalla curatela giudiziale di Enertech, il sindaco di Teramo, Gianguido D’Alberto, decide di scrivere al giudice delegato al fallimento per conoscere lo stato dell’arte della procedura competitiva che doveva portare all’aggiudicazione delle quote private della Teramo Ambiente. A distanza di una ventina di giorni dall’asta tenutasi nell’ufficio del curatore fallimentare Marco Basaglia, con cui la quota del 49% in TeAm è stata aggiudicata provvisoriamente alla Comir srl del Gruppo Gavioli, e contro cui l’imprenditore teramano Franco Iachini ha presentao ricorso la scorsa settimana, il primo cittadino ha deciso di rompere il silenzio e di rivolgersi al giudice veneziano Daniela Bruni per chiedere cosa stia accadendo. "Quale sindaco della città di Teramo – scrive D’Alberto – ho il dovere di vigilare sull’andamento della Società cui partecipa, con una quota del 49% di azioni, e a cui ha finora pagato, per i servizi prestati, circa 12 milioni di euro l’anno, nonostante si sia operato in condizioni giuridiche rese precarie proprio dalle vicende che in questi anni hanno interessato il socio privato”. E’ su queste basi che il sindaco cerce conferme sull’effettivo acquisto della partecipazione in TeAm. da parte di altro imprenditore e dei suoi dati identificativi, o comunque circa i tempi previsti per la definizione del procedimento d’individuazione dell’acquirente”. Dietro le quinte di questo passaggio della procedura giudiziale, ci sono i lavoratori della Teramo Ambiente "ai quali quest’Amministrazione non può allo stato dare risposte certe, assicurazioni sul loro futuro non solo in ordine alla gestione dei servizi, ma anche in merito alle azioni da porre in essere per salvaguardare i posti di lavoro”. Secondo D’Alberto le informazioni richieste sono "fondamentali per le decisioni che questa Amministrazione deve assumere in merito alla gestione futura dei servizi attualmente svolti dalla medesima società”. Un cruccio, questo, ridondante nelle affermazioni del primo cittadino, concentrato sull’Agir e sull’affidamento del servizio di igiene pubblica, e meno sul passaggio preliminare di un gradimento al nuovo socio, vincolante per il subentro in società e soprattutto per la sopravvivenza della TeAm stessa. Come dire: se il socio privato ha le capacità imprenditoriali per un rilancio della partecipata ebbene, altrimenti è a grave rischio il futuro della TeAm. In ogni caso, D’Alberto si dice non più disposto "a tollerare ritardi e differimenti". "Se non ci sono risposte certe – conclude – non siamo più disposti a stare a guardare e ad aspettare”.